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domenica 11 aprile 2010

IL NUDO MASCHILE NELLA FOTOGRAFIA (parte prima)


Le possibilità offerte in campo erotico dalla fotografia non sfuggirono affatto ai nostri antenati, che non a caso iniziarono a produrre foto di nudo o seminudo femminile praticamente in contemporanea con l'invenzione del nuovo strumento tecnico. Tale produzione fu però duramente contrastata dalle autorità, e spesso confinata a creazioni fatte "in proprio", dalla diffusione clandestina, spesso prodotta e venduta nei bordelli, nei quali serviva anche ad esibire al cliente in modo comodo e rapido (e "senza veli") il "catalogo" delle prostitute presenti.
Ancora più rara e ancora più perseguitata fu la produzione erotica di nudo maschile, che aveva un mercato quasi esclusivamente omosessuale, in un mondo in cui l'omosessualità era in sé stessa un reato in molte nazioni
occidentali. Anche per questo motivo la foto erotica di nudo maschile fu costretta ad apparire sotto aspetti maggiormente "accettabili" per la società dell'epoca.
L'arte fu ovviamente l'alibi principale che permise una produzione limitata (e comunque perseguitata) di nudo maschile, di prezzo elevato e quindi riservata ad una élite.
Un altro alibi fu la fotografia "antropologica" o "etnologica", relativa a popoli percepiti come "non civili" (e quindi "scostumati"), e abitanti in zone in cui, per il clima, la (semi)nudità era comune. Questa produzione toccò anche paesi meno lontani, ma nei quali il turismo omosessuale portava i potenziali clienti: l'Italia soprattutto, ma anche i Paesi del Nord Africa, con la proposta di ragazzi del luogo seminudi o nudi del tutto. La più celebre produzione di questo tipo è probabilmente quella dello studio Lehnert & Landrock, che operò in Nord Africa, proponendo foto "antropologiche" ed "esotiche" di nudo integrale femminile, accanto a foto più castigate, ma di sensibilità un po' pedofila, di ragazzetti semi svestiti. Si noti che questi soggetti, che oggi sarebbero senza dubbio tacciati di pedofilia, furono all'epoca riprodotti come cartoline e venduti (e spediti attraverso il normale servizio postale) a migliaia di esemplari. La mentalità dell'epoca giudicava infatti, all'opposto di quanto facciamo noi oggi, meno immorale il nudo di bambini rispetto a quello di adulti. I segni della pubertà, a iniziare dal pelo, specie quello pubico, erano all'epoca considerati come automaticamente "sessuali", e quindi "osceni". Viceversa il nudo preadolescente era considerato come meno evocativo della sessualità, e per questo era più facilmente accettato.

La nascente fotografia sportiva costituì un altro campo in cui era lecito, anzi addirittura logico, esibire la bellezza di un corpo maschile nudo o seminudo, anche se il suo utilizzo per soddisfare la domanda del mercato di immagini di nudo maschile fu un fenomeno che si sviluppò solo dopo la Seconda guerra mondiale, massimamente negli USA. A questo tipo di fotografia si rivolgevano coloro che avevano una preferenza per il corpo maschile adulto e virile, mentre la foto d'arte tendeva allora a preferire il corpo adolescente o comunque dell'adulto dalle caratteristiche maschili non troppo marcate. Con la scusa della "statuarietà" furono prodotte e smerciate in migliaia di esemplari cartoline rappresentanti celebri lottatori o sollevatori di pesi dell'epoca. Assimilabile alla fotografia sportiva era in questo senso anche la foto circense, venduta alle esibizioni pubbliche di forza (nei circhi, ma anche nei teatri) che ebbero molto successo a cavallo fra XIX e XX secolo, creando vere e proprie "star" del muscolo, le cui foto adeguatamente discinte erano prodotte in massa per essere vendute a spettatori e fans.
(fonte wikipedia)

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