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martedì 29 giugno 2010

Rudolf Nureyev by Richard Avedon

Oggi ho deciso di pubblicare la foto di una icona gay, il leggendario ballerino Rudolf Nureyev.
Il mio commento sull'occhio fotografico di Richard Avedon sarà breve, anche perché in queste foto è riflesso tutto Rudy - il carattere, le aspirazioni e le delusioni.
Esse riflettono i suoi demoni, il suo talento frenetico, la sua sensibilità timida e dolorosa. Rudolf è nudo come Adamo e la sua nudità riflette in pieno i suoi sentimenti ed i suoi sensi.
Queste immagini sono state realizzate nella tarda estate del 1961 a Parigi, alcuni mesi dopo Nureyev avrebbe cercato rifugio in Francia, dopo un tour del balletto "Kirov".


domenica 20 giugno 2010

CRUISING

Con l'arrivo della bella stagione si tornano a leggere commenti sui blog nudisti/naturisti che personalmente non condivido.
Gli autori sembrano censurare nel nudismo tutto ciò che è legato alla sfera sessuale. E' un atteggiamento che definisco "fondamentalista" ed è tipico di chi sostiene che la nudità integrale è appropriata solo in un perfetto equilibrio fisico e morale.
In verità nel praticare spiagge per nudisti, si può constatare che sono ben pochi quelli che vanno lì solo per bilanciare il corpo e la mente  privi di motivazioni o pulsioni sessuali (etero o gay che siano). Queste persone pensano (al pari dei loro colleghi tessili)  che i nudisti (sessualmente più attivi) siano solo dei porci esibizionisti o voyeristi.
Purtroppo, cari amici, i nudisti hanno anche desideri, fantasie, ed una libido, e quindi non siamo migliori o peggiori di chi ci critica apertamente, forse siamo meno ipocriti.
Il punto quindi è di evitare di esporsi troppo in una spiaggia per nudisti, anche perchè il rispetto dell'altro comporta che la mia libertà finisca dove comincia la tua, perdonando magari qualche erezione più o meno involontaria che può pur sempre capitare.
Con l'occasione pregherei le forze dell'ordine di chiudere un occhio se all'interno di folte boscaglie e pinete si infratta qualche coppietta magari con codazzo a seguito... non vorrei che succedesse l'assurdo del Lido di Dante (dove peraltro mi risulta non sia stata rinnovata l'ordinanza per fare naturismo in spiaggia): la forestale adescava e denunciava i gay nel folto della pineta, grazie a giovani reclute discinte, e lasciava tranquillamente agire orde di voyeurs smanettoni bellamente distesi sulle dune della spiaggia naturista (primo tratto etero) alla vista di chiunque passasse nella vicina strada.
Come in tutte le cose ci vuole un po' di granum salis.....

AMIAMO IL RUGBY NUDO!

È incredibile vedere la differenza nei livelli di pruderie e la censura di tutto il mondo. In Italia un accenno di nudità integrale maschile viene offuscata con mille mezzi, ma in Nuova Zelanda pubblicano tranquillamente video, su siti di notizie ufficiali, dell'incontro annuale di Rugby Nudo! Una partita completa con inquadrature di azioni frontali! ....ED E' UN BEL VEDERE!

lunedì 14 giugno 2010

giovedì 10 giugno 2010

martedì 8 giugno 2010

JOE DALESSANDRO

Joe Dallesandro, nome d'arte di Joseph Angelo D'Allesandro III (Pensacola, 31 dicembre 1948), è un attore e modello statunitense di origini italiane.
Dallesandro è stato il primo vero sex symbol maschile del cinema, inteso apertamente come possibile oggetto di desiderio sessuale (un ruolo riservato prima di lui solo alle apparizioni femminili).
Dallesandro ebbe un'infanzia e un'adolescenza molto difficile. A 5 anni (con la madre in galera per truffa) venne messo in un orfanotrofio ad Harlem dove, come avrebbe detto lui stesso, "svolse il suo primo lavoro d'attore"; doveva infatti avvicinarsi al vetro che divideva la stanza dei giochi dal resto dell'edificio e dire alle donne venute per adottare un bambino, "vuoi essere la mia mamma?".
Durante l'adolescenza fu internato, tra l'altro, in riformatorio minorile e fu pure ferito con un colpo d'arma da fuoco dalla polizia mentre tentava di rubare un'auto (episodio questo che lo convinse a procurarsi i soldi diversamente).
Ebbe cadute nella droga che lo portarono a procurarsi il denaro posando per foto di nudo, facendo il prostituto e lavorando in film pornografici gay. In quel periodo andava a letto con gli uomini, avrebbe dichiarato più tardi, "perché riuscivo a gestirli meglio".
Dallesandro non ha mai rinnegato la sua esperienza di quegli anni difficili, commentando: "Penso di avere insegnato a fare l'amore a molte persone". Tuttavia, intervistato nel film Beefcake, ha dichiarato che sentiva che coloro che lo fotografavano nudo gli "rubavano l'anima", sebbene - ha aggiunto - oggi sia contento di avere foto che lo ritraggono al culmine della bellezza fisica.

Sempre nell'intervista contenuta nel film Beefcake egli afferma che lavorare con Andy Warhol non era per lui una questione d'arte (definisce infatti "ridicola" l'arte di Warhol), ma un modo per imparare, e per essere più sicuro davanti alla telecamera: una specie di scuola di recitazione gratuita.
Era il 1967 quando Dallesandro, seguendo il consiglio del suo pusher, si recò nell'appartamento in cui Andy Warhol e Paul Morrissey stavano girando il film The Loves of Ondine. Costoro lo inserirono all'istante nel cast, secondo la leggenda fatta circolare ad arte dalla Factory, dopo che Joe ebbe dato un pugno a Morrissey che aveva allungato troppo le mani, e dopo che quest'ultimo (sempre secondo la leggenda) lo ebbe presentato a Warhol con la frase: "Ti presento il solo fottuto maschio di tutto l'appartamento".
Vera o falsa che sia tale leggenda, Dallesandro ovviamente fu la scelta più "logica" per la parte del giovane prostituto protagonista del film Flesh, dove apparve in numerose scene di nudo, compresa quella, diventata celebre, che lo presenta nel letto ad apertura del film. Fu così il primo uomo a diventare una figura celebre nella cultura popolare per la bellezza del suo corpo nudo. Fu anzi, senza dubbio, in gran parte per la bellezza statuaria di Dallesandro che un film underground come Flesh divenne inaspettatamente un film di cassetta in tutto il mondo (in Italia i dialoghi furono tradotti addirittura da Alberto Arbasino), e Dallesandro divenne una delle più note "stars" della Factory di Andy Warhol.
Dallesandro seppe fare un uso saggio di questa celebrità, si disintossicò dalle droghe e riuscì a diventare un attore che, sia pure apprezzato la bellezza del suo corpo nudo (esibito in effetti ogni volta che fosse possibile) riuscì a farsi notare per le sue qualità e a continuare a lavorare a lungo anche dopo che il "successo di scandalo" era ormai passato. (Di lui è stato detto: "Era talmente bello che la gente ci mise un bel po' di tempo per accorgersi che era anche bravo a recitare").
Egli ebbe così una lunga carriera, apparendo in un numero ragguardevole di film, a iniziare da quelli di Warhol Lonesome Cowboys - Cowboy solitari, Trash - I rifiuti di New York, Calore, Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! e Il mostro è in tavola... Barone Frankenstein, di Warhol, anch'essi diretti da Morrissey. Gli ultimi due furono girati in Europa e, dopo il completamento di queste pellicole, Dallesandro decise di non fare ritorno negli Stati Uniti e continuò a interpretare film in Francia ed in Italia per il resto del decennio, vivendo fra l'altro anche a Roma, e tornando negli Usa solo negli anni ottanta, inseguito dagli strascichi di una brutta storia di traffico d'eroina ma, soprattutto, a causa della morte del fratello.
Fra le sue interpretazioni successive, quella di Lucky Luciano nel film Cotton Club di Francis Coppola. È apparso anche in Cry Baby di John Waters.
È considerato un'icona dalla comunità gay, nella quale può tuttora contare su molti fans.
Dallesandro è stato sposato tre volte ed ha due figli.
Curiosità:
La copertina del primo album degli Smiths, un ragazzo a torso nudo col viso chinato, è un fotogramma da Flesh, che riproduce Joe Dallesandro.

Il cantante Lou Reed allude a Dallesandro (chiamandolo col soprannome "Little Joe", che appare anche nel tatuaggio sulla spalla) nella celeberrima canzone Walk on the wild side, nei versi che dicono:« Little Joe non lo ha mai dato via gratis
tutti hanno dovuto pagare, e pagare: una marchetta qua e una marchetta là,New York City è la citta. »(fonte: wikipedia)

lunedì 7 giugno 2010

GAY KAMASUTRA

Il Kāma Sūtra (sanscrito: कामसूत्र) è un antico testo indiano sul comportamento sessuale umano, ampiamente considerato come l'opera più importante nella letteratura sanscrita sull'amore. Il libro è stato scritto da Vatsyayana ed il suo titolo completo è Vātsyāyana Kāma Sūtra ("Aforismi sull'amore, di Vatsyayana"). Si crede che l'autore sia vissuto in un'epoca fra il I ed il VI secolo, probabilmente durante il periodo Gupta.
Nessuno sospettava di una variante Gay.... e invece noi l'abbiamo trovata: eccone le prove.





domenica 6 giugno 2010