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martedì 31 agosto 2010

On s'amuse bien chez les hétéro - Reportage di una giornata a Cap d'Agde


Dopo un lungo e sofferto inverno, finalmente nel mese di agosto decidiamo di mettere in moto il camper e di spostarci verso lidi assolati e ben più amichevoli con noi nudisti.
La scelta ricade, peraltro senza troppo discutere, su Cap d'agde nella Francia del sud, una intera città naturista! La curiosità era troppa e quindi decidiamo di partire senza tante domande.
A parte il fatto che nelle autostrade della Francia del sud ad ogni 50-100 km c'è una simpatica barriera (del tipo quella di Milano dell'autostrada serenissima per intenderci) che costringe i viaggiatori ad innumerevoli estenuanti code, finalmente verso sera arriviamo al campeggio (enorme!) e ci ritroviamo accolti in una buona e ben organizzata struttura. Un frugale pasto e ci immergiamo nella vita notturna del villaggio naturista. In effetti più che naturista bisognerebbe definirlo scambista: tutto è a misura di coppia, anche il dedalo di cunicoli (larghi per 2 persone) dove si affacciano una miriade di esercizi commerciali (solo sexy shop e ristoranti...) che qui in Italia sarebbe impensabile poter aprire, non tanto perché chi vuole può girare completamente nudo, ma per motivi di carenza igienico sanitaria e di sicurezza – avessi visto un'uscita di emergenza.... Ce ne torniamo al camper con un po di tristezza in cuore (l'unico locale “gay” sarà stato frequentato da non più una dozzina di arzilli vecchietti), preparandoci per il grande rito della spiaggia più trasgressiva d'europa.
La mattina, di buon ora, ci dirigiamo verso la spiaggia che troviamo abbastanza frequentata ma non poi così grande come ce l'aspettavamo. Rientriamo al campeggio nelle ore più calde, per poi ritornare in spiaggia nel tardo pomeriggio.... e qui cambia un po' la musica. La parte prospiciente il campeggio ed i palazzoni anni ottanta, è  occupata da gente nuda (per lo più famigliole) lasciando molti tratti di arenile liberi, ma la parte ad est del campeggio (quella che le guide definiscono gaya) è praticamente strapiena di corpi abbronzatissimi di donne ed uomini di ogni età (immaginate un mix di rimini, riccione ed jesolo a ferragosto), che si esibiscono in giochi erotici ed erezioni funamboliche. Per trovare qualche gay in effetti abbiamo dovuto faticare non poco.... i gay della spiaggia (diciamo un 1-2% dei frequentatori) si trovano confinati all'estremità est della spiaggia, quasi in zona non naturista.
Bene, riusciamo a trovare uno spiazzo e vi sistemiamo armi e bagagli. Si fa una capatina oltre le dune dove troviamo un certo numero di uomini (ragazzi pochini, c.v.d.) che si appartano discretamente dietro cespugli e canneti (come ai bei tempi del Lido di Dante!).
Una volta tornati all'ombrellone veniamo attirati da strani drappelli (di 100-200 persone) che si formano spontaneamente ed a ritmi sempre più sostenuti, ora verso le dune, ora tra gli ombrelloni e ora addirittura in acqua. Incuriositi ci avviciniamo ad uno di questi riuscendo ad intravedere tra centinaia di membri in “movimento”, una signorina che si fa allegramente trombare da alcuni signori che aspettano il loro turno rigorosamente in fila indiana. Tornando verso il nostro ombrellone ci avviciniamo ad un altro drappello dove scorgiamo una signorina dell'est che sta facendo assaggiare la propria... mercanzia a dei corpulenti pugliesi (minidotati), i quali mercanteggiano con un signore presumibilmente russo, i destini della serata (600 euro, no, 300, no, 500.... vada per 400). Tutt'intorno è un brulicare di amplessi con contorno di smanettoni di ogni censo e di ogni età: questi Francesi hanno innato lo spirito della vera democrazia!
Sono ormai le 19,30 quando sentiamo urlare: “la police, la police!”. Automaticamente ci rivolgiamo verso i drappelli sulla spiaggia (pensando, da buonpensanti, se la sono cercata), ma non notiamo nulla di cambiato... la solita gente, i soliti movimenti. Ci giriamo allora verso le dune e scorgiamo un'attempato signore correre verso di noi seguito da altri uomini e un gruppo di 6 o 7 poliziotti col manganello in mano.
Ah però, complimenti vedo che tutto il mondo è paese! Anche qui si puniscono i deboli per educare i forti?
 
 
Com'è, le esibizioni in pubblico sono tollerate e quelle più discrete no? O è solo per salvaguardare l'ecosistema delle dune..... come al lido di  Dante?
Torniamo al camper con un po' di amaro in bocca (non pensate male sporcaccioni), questa inopportuna dimostrazione di forza proprio non ce l'aspettavamo, per fortuna il campeggio è proprio ben organizzato, credo che passeremo buona parte della settimana al suo interno, a criticare gli improbabili look di attempate grasse signore con completini fetish o sadomaso e credetemi c'è proprio da divertirsi!

sabato 14 agosto 2010

Harry Caldwell Cook

La foto è di Harry Caldwell Cook, che ha cambiato il suo nome in Dion Byngham (Dion è l'abbreviazione di Dionisio).
E 'stato, negli anni 1920-30, un docente presso la Scuola di Perse, Cambridge in Inghilterra.
Era un appassionato nudista e sostenitore entusiasta del culto fallico.
Il naturismo e paganesimo di Byngham lo portò ben presto in conflitto con i suoi colleghi nel movimento Woodcraft ed al  suo licenziamento nel 1925.